Comfort Food, il cibo per l’anima. Una dolce ricetta che ti scalderà il cuore.
“Imperscrutabili sono le vie che conducono al cuore”
(anonimo Persiano, III sec. d.C.)
Cibo per l’anima, cibo per il cuore. Cibo che conforta e ritempra, che consola, che ci regala un’emozione, un ricordo antico, una sensazione che credevamo sopita per sempre. In inglese, molto semplicemente, “comfort food”.
Per me significa “cibo per l’anima”. Il ricordo di una pietanza della memoria, scaturito anche solo da un profumo o da un momento di nostalgia. Proprio come Proust nella sua “Recherche”, quando d’incanto il sapore di una semplice madeleine lo riporta magicamente indietro nel tempo.
Io ho provato spesso quella sensazione appagante e morbida: ed essa è il preludio alla ricerca degli ingredienti per realizzare quel cibo, che mi accarezzerà l’anima già durante i momenti della preparazione. Anche una ciambella per esempio. Un semplice dolce col buco. In ogni casa esiste una ricetta di ciambella: farina, burro, zucchero, uova e latte, oppure yogurt o olio al posto del burro. Oppure acqua, semplicemente acqua.
Ed ecco che dal profondo del mio essere arriva spontaneo il ricordo del dolce di zia Stella: la ciambella con l’acqua. Quanti pomeriggi meravigliosi trascorsi da quella zia dagli occhi azzurri come il cielo con la voce dolce e melodiosa. Coccole e carezze, consigli e parole appena sussurrate.
Se fuori piove e fa freddo, questa ciambella, accompagnata da una tazza di te scuro, è il mio “comfort food”.
Non esiste una tipologia particolare; alla fine qualsiasi pietanza può diventare cibo per l’anima. L’importante per far sì che ci regali veramente il suo “comfort “ – che arrivi dritta al centro di un imprevisto ricordo o di una sensazione di calore affettivo, è che abbia i suoi ingredienti speciali e cioè il sapore dei cibi delle nonne, delle zie, delle mamme o dei nostri momenti di vita più serena e con essi anche e soprattutto la nostra voglia di farci accarezzare dai ricordi.
Che sia il latte con i biscotti per Nigella , le madeleines con il te per Proust, le donuts per Homer Simpson, il budino al cioccolato per Giovanni Rana, la caponata di nonna Ninetta per Andy Luotto o la ciambella della mia dolce zia per me, ben venga tutto quello che ci delizia il palato e ci riempie l’anima di quella sottile e sensuale sensazione di benessere totale, l’omeostasi di corpo ed anima racchiuso in un piccolo boccone di piacere.
E facciamola insieme allora questa ciambella come inno di ringraziamento alle persone preziose e speciali che la vita ci ha donato e che hanno “farcito “ la nostra vita di tenerezze culinarie ed affettive.
La ciambella di zia Stella
Ingredienti
- 300 gr di farina 00
- 150 gr zucchero
- 1 bustina lievito per dolci
- 2 uova ( 120 gr )
- 100 gr di olio o burro 1 bicchiere di acqua o latte
- Buccia grattugiata di arancia o limone
- Un pizzico di sale
- Canditi misti a pezzi piccoli Q.B
Preparazione
- Separate i tuorli dagli albumi
- Unite lo zucchero ai tuorli e montateli per bene con una frusta a mano o elettrica o ancora meglio con un’impastatrice
- Aggiungete il bicchiere di latte poco per volta, alternando al composto la farina e il lievito entrambi setacciati.
- Dopo aver amalgamato tutta la farina continuate unendo anche l’olio o il burro a pezzetti, che deve essere a temperatura ambiente.
- Aggiungere la buccia grattugiata ed i canditi passati nella farina per far si che non si depositino sul fondo.
- Montare a neve gli albumi con qualche goccia di succo di limone . Unitele poco per volta al composto. Fate questa operazione con molta attenzione, dato che da questo dipenderà la morbidezza del dolce
- Mescolate con delicatezza con una spatola dal basso verso l’alto fino a che non avrete amalgamato il tutto.
- Rovesciate il composto in una tortiera da ciambella imburrata e infarinata. Le dosi di questa ricetta si riferiscono ad una tortiera di 24cm di diametro.
- Spolverate la superficie con dello zucchero semolato o con della granella di zucchero e cuocete in forno preriscaldato non ventilato a 180° per 30 minuti circa.
- Ed ora non ci rimane che assaporare il nostro dolce prima con gli occhi poi con il tatto, tenendolo delicatamente tra le mani, ancora con l’olfatto ed infine gustandolo piano con gli occhi chiusi, facendoci trasportare in un mondo antico, semplice eppur pregno di una indicibile felicità.
Teresa Doria
Qual’è il tuo comfort food? E’ dolce o salato?
Raccontaci la tua esperienza e divertiti a condividere sui nostri social le foto dei tuoi piatti del cuore con l’hashtag #comfortfood.
Se ti è piaciuto questo articolo iscriviti alla nostra newsletter
Condividi il tuo comfort food su:
Comments are closed.